Ciao a tutti!
Oggi vorrei parlarvi di un libro che, a parer mio, è capace di toccare anche i cuori più freddi: Il nostro gioco. Sogni sospesi di Ilaria Pasqua.
Autore: Ilaria Pasqua
Casa Editrice: Leucotea Edizioni
Pagine: 125
Sinossi
“Devo portarla via di qui” è l’unico pensiero che Davide ha in mente mentre corre via dal ghetto insieme a sua sorella Flaminia, di cinque anni.
È la mattina del 16 ottobre 1943 e i due ragazzini sono rimasti soli in una Roma che non riconoscono più. I tedeschi hanno preso in mano le redini della città, e loro non sanno dove rifugiarsi per sfuggirgli.
Davide porta avanti il gioco iniziato dai loro genitori per impedire alla bambina di capire cosa sta succedendo. E così farà anche Enrico, un ragazzino dei quartieri ricchi che li nasconde in casa sua rischiando molto. Nonostante una prima iniziale diffidenza nascerà una bellissima amicizia che li salverà da un destino orribile. Continueranno a giocare tutti insieme, trascinati dai sogni magnifici di Flaminia, fino a quando non finirà la guerra, fino a quando non sfiorirà del tutto l’infanzia.
Quando Ilaria ci ha contattate
chiedendoci di leggere il suo romanzo, mi sono incuriosita subito, perché io
amo il genere storico. Penso che non sia facile scrivere qualcosa su certi
argomenti, soprattutto se la storia riguarda due bambini ebrei che sono costretti
a lasciare la loro casa e la loro famiglia a causa delle leggi razziali, ma
l’autrice è riuscita a esprimere i loro sentimenti con delicatezza e
precisione. Il bello di questo romanzo è il fatto che mostri che anche nella
crudeltà, nell’indifferenza e nell’odio c’è sempre qualcuno pronto a dare una
mano, a rendersi utile per aiutare chi è in difficoltà. Quello che viene presentato
in Il nostro sogno non è solo ciò che
è realmente accaduto durante la seconda guerra mondiale, ma è anche una
bellissima storia di amicizia, di crescita e di fiducia: tutti coloro che vi
partecipano ne escono cambiati.
È un libro molto scorrevole –
nonostante a volte ci siano errori di battitura o di punteggiatura e frasi che
secondo me sono grammaticalmente poco corrette (come “aveva i codini scesi”) – e capace di prendere il lettore, perché
nonostante l’argomento sia, lasciatemi passare il termine, pesante, è visto con
gli occhi dei bambini: con quelli di Davide ed Enrico, più responsabili e
preoccupati, e con quelli di Flaminia, che essendo ancora piccola pensa che sia
tutto un gioco.
La storia è scritta in prima
persona, dal punto di vista di Davide, il protagonista ebreo, e questo permette
di comprendere fino in fondo quello che lui prova, ma non mi è piaciuto molto
il fatto che a volte gli avvenimenti vengano anticipati proprio tramite i
pensieri del ragazzino e che spesso il lettore venga messo in guardia su quello
che sta per succedere. Secondo me sarebbe stato più bello leggere e vivere l’avventura
pagina dopo pagina, senza che qualcosa venisse spoileranto, per rimanere con il fiato sospeso fino all’ultimo. Insomma,
alcune parti sarebbero state meno “scontate” se espressioni del tipo “ancora non sapevo cosa sarebbe successo di
lì a poco” non ci fossero state.
In conclusione, penso che sia un
libro molto bello, ricco di emozioni, ma secondo me lascia poco spazio all’immaginazione
del lettore e per questo motivo gli do tre
boccoli.
Boccolo in su: il rapporto tra
Davide, Flaminia ed Enrico è davvero stupendo e ben realizzato
Boccolo in giù: la casa editrice
poteva correggere meglio la bozza per evitare di pubblicare un libro con errori
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