Buongiorno, cari lettori!
Vorremmo inaugurare questa rubrica con una frase tratta da un libro che ci sta appassionando molto, L'incanto delle piccole cose di Ilaria Palmosi.
Sotto la pioggia finissima proseguo di buon passo verso la Tempus Fugit, la libreria antica di piazza delle Erbe, famosa per l’assortimento di volumi rari e preziosi. Una volta ci ho trovato un’edizione della Gerusalemme liberata con le pagine mangiate dalle bombe. Chiudendo gli occhi, mi è sembrato di sfiorare le dita di quelli che l’avevano tenuta in mano prima di me. Pura magia. Sto aspettando un libro per il dottorato di Linguistica. Studio contemporaneamente per quello e per l’abilitazione all’insegnamento. Fin da bambina, ho sempre adorato il suono di ogni singola lettera. Quando avevo otto anni pensavo che l’alfabeto, come le note, servisse a comporre tutte le parole del mondo, e che le lingue fossero il risultato di mille arrangiamenti diversi. Oggi credo che ogni lingua sia un incantesimo, una melodia celeste che ci scorre nelle vene fino alla morte.
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