Buongiorno, carissimi lettori! In questa giornata primaverile vi vorrei proporre un libro entrato da poco nella nostra libreria: La settima coorte di Stefano Bussa.
Autore: Stefano Bussa
Casa editrice: Bompiani
Collana: I grandi tascabili
Pagine: 240
Prezzo di copertina: 13 €
E-book: 7,99 €
Sinossi
Antonio ha una bella famiglia, lavora come cardiologo a Roma, ma a cinquant'anni sente arrivare la classica crisi di mezza età. A pochi giorni dal Natale, in un momento di generosità, regala a un extracomunitario un panettone che gli è stato donato. Il giorno seguente scopre che la scatola del panettone nascondeva una bomba letale e la sua vita tranquilla non tornerà più come prima. Un calembour di fughe in giro per l'Europa, da Roma a Lione, da Praga alla Croazia, scontri con terroristi e inseguimenti dell'Interpol, una serie di avventure da agente segreto fino alla scoperta di una misteriosa e inaspettata verità.
Devo dire che ho letto La settima coorte in pochissimo tempo, perché è un libro molto scorrevole e mantiene alta l’attenzione
del lettore, grazie anche alle innumerevoli parti di azione presenti: quando mi
imbattevo in una di esse, infatti, non riuscivo a smettere di sfogliare le
pagine per scoprire come sarebbe andata a finire la storia. Il libro è diviso in
cinque parti e ognuna di esse ha un titolo che riassume brevemente ciò di cui
si parlerà in seguito. Ma qualcuno potrebbe dire: come mai si intitola cosi? Cos'è la Settima Coorte? Nella trama non viene detto... Beh, purtroppo questo non posso rivelarvelo nemmeno io, altrimenti spoilererei troppo: leggete e capirete!
Tutti i personaggi sono davvero ben descritti ed è
perfettamente approfondita anche la loro psicologia, quello che pensano, che sentono, che sognano e che vorrebbero accadesse; inoltre, la nota di lode
di questo noir – come viene definito da Giancarlo De Cataldo nell'introduzione – è il finale.
Davvero, leggendolo sono rimasta spiazzata, mi ha letteralmente lasciata senza parole. È
assolutamente perfetto, per nulla banale e ben strutturato, perché lascia quella sorta di “amaro in bocca” e di incompleto che non ti aspetteresti quando inizi a leggerlo.
Devo ammettere che pensavo che la
vicenda della bomba-panettone che avevo letto nella trama avesse un peso maggiore nel
libro, non tanto per il suo ruolo, se così può essere definito, di fattore scatenante di tutti i successivi avvenimenti, quanto per una questione di quantità di parole spese per descrivere l'accaduto.
Un aspetto che non mi ha fatto impazzire
è la visione del matrimonio presente nel libro: per la
maggior parte del romanzo tutti coloro che sono sposati pensano a qualcun altro
o a qualcun’altra, tradiscono, se ne pentono, non si interessano minimamente di ciò che fa il proprio marito o la propria moglie e nella coppia non c’è dialogo. Insomma, va bene che al giorno d'oggi non si capisce più se molte coppie stiano insieme perché provano ancora dei sentimenti o solo ed esclusivamente per una questione di routine, ma non credo che tutti, arrivati a un certo punto del matrimonio, si sentano in trappola. In più, oltre ad esserci una visione negativa del matrimonio, c’è anche
quella che accomuna le diverse personalità dei personaggi: tutti si sentono dei falliti e sono insoddisfatti di qualsiasi cosa nella loro vita.
Diciamo che, in fin dei conti, è
un libro abbastanza godibile, perché ci sono molti colpi di scena che rendono
la lettura avvincente e interessante, però è troppo pessimistico per i miei gusti. Gli do tre boccoli.
Boccolo in su: il modo in cui l'autore riesce a spiazzarti.
Boccolo in giù: è come se senza
un’avventura alla James Bond, la vita debba essere obbligatoriamente monotona e
noiosa.
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