Buongiorno lettori affezionati, oggi vi devo fare una confessione: per la prima volta (chi ci segue sa che non è nella nostra politica) farò una recensione lunga e con SPOILER. Non è assolutamente facile recensire questo libro, e per farlo nel modo corretto, devo scendere nei particolari. Comincerò premettendo che non è il mio genere di romanzo, le storie d'amore fini a se stesse non mi hanno mai interessato più di tanto: ma so apprezzare quelle ben scritte. Purtroppo però, non è questo il caso.
Questo è il libro di cui parliamo oggi:
Autrice: Hélène Battaglia
Casa editrice: Self publishing
Genere: Storico-sentimentale
Genere: Storico-sentimentale
Pagine: circa 200
Prezzo: 3,99 € (disponibile solo in ebook)
Pubblicazione: Agosto 2015
Per quanto riguarda la TRAMA la trovate a questo link
Recensione
La prima regola che ci siamo prefissate il giorno dell'apertura del blog è stata: onestà e sincerità nei confronti dei nostri lettori vengono prima di tutto. Per questa ragione -ci dispiace per la scrittrice- mi sono sentita in dovere di scrivere tutto quello che penso riguardo a questo libro.
Quando Hélène Battaglia ci ha inviato la copia di E all'improvviso sei arrivato tu due pensieri hanno attraversato la mia mente: copertina banale e titolo banale. Purtroppo non erano le uniche cose banali che riguardavano il libro. In tutta onestà ho trovato tutto il libro BANALE fino al limite del possibile. La storia principale è quella che si apre con la presentazione della "famiglia perfetta" (o almeno la protagonista Ava, a fasi alterne, la definisce tale) formata da Ava, Sven e il figlio Thor che vive in Danimarca. Ora, magari sono troppo puntigliosa (studiando lettere ci invitano ad avere coscienza critica) ma già i nomi dei personaggi non denotano un grande studio o grandi ricerche sulla cultura scandinava. Se chiedete a chiunque i primi due nomi dal suono nordico che riesce a farsi venire in mente 90% saranno Thor (Fumetto e film di successo della Marvel) e Sven (simpatica renna di Frozen). Già da qui purtroppo devo criticare ad Hélène uno scarso approfondimento generale. Continuando a leggere impariamo a conoscere meglio il personaggio di Ava e tempo 5 secondi cominciamo ad odiarla: dice di avere una famiglia perfetta, ha tutto quello che si può desiderare, un marito ancora affascinante che le regala attenzioni su attenzioni, un delizioso biondissimo bambino ed un bellissimo loft a vetrate. Ma questo può bastare ad Ava? Sicuramente no perché quasi subito ci rivela che nella sua vita manca qualcosa (e fin qui ci può stare) ma riusciremo mai a scoprire cosa davvero le manca? NO. Perchè Ava è un continuo oscillare fra le lamentele di un MALESSERE che l'affligge che però nemmeno lei sa definire e il pensiero che le manca la sua famiglia perfetta. Non è un personaggio forte, chiaro o deciso, ma nemmeno un personaggio fragile e tenebroso. Non ha un'anima, come tutti i personaggi del romanzo, indagati solo in superficie. Ava è solo una che si lamenta per il gusto di farlo. Inizialmente ci fa notare che le manca suo marito nell'intimità, e poi, prima che lei decida di accettare un reportage che la porterà a partire per New York fanno l'amore senza problemi e di nuovo noi non capiamo allora quale sia il malessere di cui si lamenta tanto. Un'altra scena che non mi ha fatto simpatizzare particolarmente per Ava è quella in aereo, la melancolica protagonista si avvicina a due signori di una certa età molto eleganti e posati e decide di iniziare una conversazione con loro. Dopo 30 secondi comincia a lamentarsi (di nuovo? che strano!) e a stizzirsi che la signora anziana (personaggio stereotipato al 100%) le faccia delle domande LIEVEMENTE personali. Neanche le avesse chiesto i particolare della sua vita privata/sessuale! Le ha solo domandato: ma non le mancheranno suo figlio e suo marito adesso che è via? Ma a quanto pare questo basta a rendere la signora "una vecchia curiosa zabetta". Anche dopo questa scena i miei dubbi sul romanzo non hanno fatto altro che aumentare. Morale della favola Ava arriva a NY per il suo reportage sugli immigrati ad Ellis Island e stranamente il direttore del museo che avrebbe dovuto incontrare non si presenta. Un piccolo appunto per quanto riguarda Ellis Island: le descrizioni dell'isola e dell'interno della struttura sono davvero molto superficiali (come in generale tutte quelle del romanzo) ed inserite in punti anonimi del testo, come se si volesse dare qualche informazione casuale e non definita al lettore. Specificazioni sull'isola e sulla sua storia sono totalmente anonime, tanto che, ad un certo punto, mi sono domandata se fossero state prese da Wikipedia e fosse stato fatto un grezzo copia-incolla.
Quando finalmente Ava incontra il misterioso Mr Montgomery Glenn (si, so che lo state pensando, non ho invertito i termini come sarebbe logico immaginare: Glenn è il cognome e Montgomery il nome...vabè) subito è chiaro al lettore che tra loro succederà qualcosa, Ava non ci nega che lo trova attraente e dalle parole di lui traspare che il sentimento è reciproco.
In onore del reportage fatto da Ava organizzano un grande evento di beneficenza, all'inizio della serata Ava incontra gli immigrati che aveva intervistato e sono scene molto dolci, lei palesa che le piacerebbe tanto avere un antenato immigrato ad Ellis Island (ma perchè??? che razza di desiderio è??) finché il romanzo non ricade nel trash più assoluto: mentre Ava si aggira per la sala della festa trova una stanza completamente incustodita, ci entra e trova.. indovinate cosa? Il Registro di Ellis Island dove furono segnati tutti i nomi degli immigrati accettati o rifiutati, un documento storico di inestimabile importanza abbandonato in una stanza nel bel mezzo di una festa. Fortunatamente anche Ava giunge alla stessa conclusione ed evidenzia che si sarebbe dovuto trovare almeno in una "scatola di vetro" (forse intendeva un teca, ma chi lo saprà mai...)
Ava deve andare è scoccata quasi la mezzanotte e come ogni buona Cenerentola dopo un "ballo" deve tornare a casa, ma spinta dalla curiosità decide di aprire il Registro... e cosa trova? CASUALMENTE il nome del suo bisnonno. (Stendiamo un velo pietoso).
Cosa può fare adesso Ava con questa grande ed INASPETTATA scoperta? Ovviamente partire alla ricerca delle tracce del suo antenato e ovviamente chi l'accompagnerà mai? Il direttore del museo di Ellis Island e la sua assistente Courtney. Non vi sto nemmeno a dire che durante il viaggio, dopo una serata di alcool a gogo, i due vanno a letto insieme perchè sarebbe davvero troppo scontato. Però purtroppo è quello che accade.
Da qui il romanzo si risolleva forse un po' con il ritrovamento della storia di suo bisnonno, Lorenzo, e della sua amante dell'alta società, Susan. La storia non è male, avrebbe avuto del potenziale ma la scrittura elementare di Hélène Battaglia non permette al lettore di emozionarsi o di entrare minimamente nel profondo delle storie che racconta.
Il romanzo si conclude con Ava che capisce di avere tanto in comune con Susan: quest'ultima infatti ha avuto una focosa storia d'amore con Lorenzo ma poi ha sposato un altro, tenendo comunque il bambino nato dal bisnonno italiano di Ava. Così la nostra cara Ava decide di lasciar perdere la sua attrazione per Montgomery, tenere segreta al marito la loro notte insieme e vivere felice e contenta (speriamo per te, cara) il resto della sua vita. Ah quasi dimenticavo, Ava scopre di essere incinta e forse di avere molto più in comune di quanto pensa con la storia di Susan. Questa frase conclusiva del romanzo mi ha fatto sorridere, l'ho trovata nonostante tutto, una bella pensata.
In conclusione non posso sentirmi di consigliare questo libro, se siete fan delle storie d'amore ce ne sono molte meglio scritte, più emozionanti e più interessanti dal punto di vista narrativo. La scrittura di Hélène Battaglia è molto elementare e poco approfondita, per non sottolineare il ridondante uso degli stessi termini (es Grande Mela usato ogni due righe e gigante di ferro per definire indistintamente treni/aerei). Non so se si tratti solo della mia copia digitale ma il romanzo è pieno zeppo di errori, ve ne riporto due esempi: "La canzone di Lana del Rey Beautiful and Young", mentre il titolo corretto sarebbe "Young and Beautiful" / "Sven era un padre molto ATTENZIONATO" scusa? ma che parola è? "Pieno di attenzioni" era troppo difficile da scrivere? Di questo mi lamento perché ci sarebbe davvero voluto un controllo editoriale più attento prima della pubblicazione.
Purtroppo il romanzo non mi è piaciuto, e mi dispiace, ma alla luce di tutto quello che ho detto merita un boccolo.
Boccolo in su: Il rispecchiarsi delle due storie di passione/amore di Susan e Ava.
Boccolo in giù: Sintassi elementare, personaggi e luoghi approfonditi superficialmente, errori nella stesura del racconto ecc. (prego rileggere la recensione).
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