Buon pomeriggio, lettori!
Finalmente è venerdì e oggi voglio proporvi la recensione di un romanzo che ci ha inviato la Garzanti: La custode del miele e delle api di Cristina Caboni. Voi lo avete letto?
di Cristina Caboni
CASA EDITRICE: Garzanti
PAGINE: 360
PREZZO DI COPERTINA: 26,40
PREZZO DI COPERTINA: 26,40
SINOSSI
Angelica non è mai riuscita a mettere radici. Non ha mai voluto legarsi a niente e nessuno, sempre pronta a fuggire da tutto per paura. C’è un unico posto dove si sente a casa, ed è tra le sue api. Avvolta dal quieto vibrare delle loro ali e dal profumo intenso del miele che cola dalle arnie, Angelica sa di essere protetta e amata. È un’apicoltrice itinerante e il miele è la sola voce con cui riesce a far parlare le sue emozioni. Perché il miele di lavanda può calmare un animo in tempesta e quello di acacia può far ritrovare il sorriso. E Angelica sa sempre trovare quello giusto per tutti, è il suo dono speciale. A insegnarglielo è stata Margherita, la donna che le ha fatto da madre durante l’infanzia, quando viveva su un’isola spazzata dal vento al largo della Sardegna. Dopo essere stata portata via da lì, Angelica ha chiuso il suo cuore e non è più riuscita a fermarsi a lungo in nessun luogo.
Ma adesso il destino ha deciso di darle un’altra possibilità. C’è un’eredità che l’aspetta là dove tutto è cominciato, su quell’isola dove è stata felice. C’è una casa che sorge fra le rose più profumate, un albero che nasconde un segreto prezioso e un compito da portare a termine. E c’è solo una persona che può aiutarla: Nicola. Un uomo misterioso, ma che conosce tutte le paure che si rifugiano nei grandi occhi di Angelica. Solo lui può curare le sue ferite, darle il coraggio e, finalmente, farle ritrovare la sua vera casa. L’unico posto dove il cuore può essere davvero libero.
Ma adesso il destino ha deciso di darle un’altra possibilità. C’è un’eredità che l’aspetta là dove tutto è cominciato, su quell’isola dove è stata felice. C’è una casa che sorge fra le rose più profumate, un albero che nasconde un segreto prezioso e un compito da portare a termine. E c’è solo una persona che può aiutarla: Nicola. Un uomo misterioso, ma che conosce tutte le paure che si rifugiano nei grandi occhi di Angelica. Solo lui può curare le sue ferite, darle il coraggio e, finalmente, farle ritrovare la sua vera casa. L’unico posto dove il cuore può essere davvero libero.
RECENSIONE
Il primo
aggettivo che mi viene in mente se penso a La
custode del miele e delle api è realistico,
non solo per il fatto che il paesaggio sardo è esattamente come viene
descritto, ma anche per i suoi odori e per i suoi sapori: dalle parole di
Cristina Caboni, infatti, è come se tutto ciò che è stato scritto uscisse
dal libro e ci circondasse, come se, insieme ad Angelica, anche noi
assaggiassimo il miele o sentissimo i profumi. Oltre ad essere un libro di sapori e di profumi, però,
questo è anche un romanzo di emozioni e
tradizioni: la protagonista – e noi con lei – prova sentimenti che non
provava più da anni, torna nella sua terra natia, nel suo mondo, lontano dal
chiasso e dalla confusione della città; ciò che ci viene raccontato nel libro
rispecchia la Sardegna in tutto e per tutto, dalla calma dei cittadini allo sguardo
freddo e diffidente verso lo “straniero”, dai colori del mare alla tranquillità
del paesino di Abbadulche. Questo è un romanzo in cui la vera protagonista è la natura. È un romanzo che infonde pace e
che mette in evidenza il carattere forte
delle donne e, soprattutto, di Angelica, una donna che, prima di
tornare nella sua terra, non aveva ancora trovato la sua vera casa, una donna
fragile, confusa e, nello stesso tempo, coraggiosa e forte.
Ho
apprezzato davvero tanto quella che, secondo me, è la peculiarità de La custode del miele e delle api:
all’inizio di ogni capitolo c’è la descrizione di un miele diverso, con le sue
caratteristiche e le sue proprietà, mentre alla fine c’è il Quaderno del miele, che già incontriamo
nel corso del romanzo.
Nonostante
tutte queste note positive, però, ho trovato il ritmo del libro troppo lento,
soprattutto nella parte centrale, in cui anche le parti che potrebbero lasciare
con il fiato sospeso, sono subito smorzate e fatte tornare alla loro consueta
tranquillità.
Boccolo in su: il rispetto per le
tradizioni e per la natura dovrebbe essere un insegnamento
Boccolo in giù: come ho già detto nella
recensione, ho trovato il ritmo troppo lento, soprattutto nella parte centrale
del libro
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