Buonasera a tutti, carissimi lettori
Avete iniziato
bene la settimana? Noi siamo già sotto a studiare per gli esami che dovremo sostenere
nella sessione invernale, ma nelle brevi pause tra una materia e l’altra non
facciamo altro che leggere. La recensione di oggi parla di The Vampire Prophecy, il libro di esordio di Erica Cypher.
CASA EDITRICE: Self publishing
GENERE: Fantasy-Vampiresco
PAGINE: 135
EBOOK: 3,49 €
LINK PER L'ACQUISTO: Qui
PAGINE: 135
EBOOK: 3,49 €
LINK PER L'ACQUISTO: Qui
SINOSSI
Kara Bennett è una fragile ragazza che fin da bambina si troverà a lottare contro la morte. Lei vive ad Anchorage, Alaska. Una meravigliosa città popolata da misteriose creature e teatro di avvenimenti fuori dall'ordinario. Al suo diciottesimo compleanno, Kara è totalmente inconsapevole dell'avvenuto inizio del suo incredibile destino, che la porterà ad affrontare numerevoli pericoli e scelte dolorose. E sarà lo stesso destino che la condurrà tra le braccia di Bastian, un ragazzo affascinante e dall'aspetto angelico, ma che dietro ai suoi occhi si celava tutt'altro che un angelo. I due s'innamorarono presto, perdendosi nell'amore che provavano l'uno per l'altra. Ma l'incanto ebbe presto fine interrotto dallo stesso destino che li aveva fatti incontrare. Il loro amore gli darà la forza di lottare e di sperare in quel lieto fine, senza mai fine che ardentemente desiderano.
recensione
A me
dispiace tantissimo quando devo commentare negativamente un libro, perché sono
una persona che preferisce vedere il bicchiere mezzo pieno piuttosto che mezzo
vuoto. In questo caso, però, – e mi scuso già con l’autrice, perché non dev’essere
bello leggere quello che sto per scrivere – c’è un solo modo per descrivere The Vampire Prophecy: un completo disastro.
(Attenzione, in questo paragrafo ci
sono alcuni SPOILER) Partiamo
dalla storia, che sarebbe stata abbastanza
originale, se non fosse per la pesantezza
con cui viene descritta. Perché dico così? Perché il fatto che Kara sia una
vampira diversa dagli altri, che, grazie al suo Dono, sia una Salvatrice e che,
quindi, si nutra solo del sangue di vampiro in modo tale da far tornare umani
questi essere sovrannaturali, è particolare; non sono un’esperta di libri “vampireschi”
ma non mi sembra che qualcuno abbia mai scritto qualcosa del genere. Quello che
nella storia non mi è piaciuto per
niente sono le relazioni tra la protagonista
e le persone che le stanno accanto. Penso che la storia d’amore tra
Kara e Bastian sia troppo sdolcinata. In ogni loro discorso - quindi per tre quarti del romanzo - sembrano dei bambini, non dei diciottenni
che stanno per affrontare il loro più grande nemico: parlano un po’ di quello
che devono fare e poi iniziano con “Ti amo” “Ti amo anche io” “Staremo per sempre
insieme” “Nessuno ci dividerà mai” “Sei quello giusto per me” “Oh, mia amata, anche tu”; per l’amor del cielo, ci sta ogni tanto, ma non ogni cinque pagine. I
genitori della protagonista, invece, quando scoprono che Kara è una
vampira, hanno solo un piccolo attacco di collera e poi si trasformano nei
genitori perfetti, che sono super felici della natura della figlia: va
bene, ora non morirà più a causa del cancro, ma spiegatemi come fate a dire che sia una
bella notizia.
Veniamo,
però, alla parte peggiore del libro,
la grammatica, perché penso di non
aver mai letto nulla di così devastante nei confronti dell’italiano (non metterò tutti gli errori, perché sono davvero tanti).
Il pronome personale maschile plurale in
forma di oggetto è LI, non GLI, ma ho trovato ben 34 frasi del tipo “Non
vedevo l’ora di riabbracciarGLI” oppure “GLI hai notati” (ebbene sì, gli… ops, pardon, LI ho contati). La stessa regola
vale per il pronome personale maschile singolare, perché si scrive “LO so” e
“LO è”, non “L’HO so” e “L’HO è” (e di errori così ce ne sono ben 28).
La consecutio
temporum non è sempre corretta (se tutto il romanzo è al passato, nel
discorso indiretto non possono esserci espressioni come OGGI, POCO FA o PRIMA D’ORA,
così come non può esserci un congiuntivo presente se il verbo reggente è al
passato) e alcune frasi ipotetiche andrebbero
sistemate (“se lui mi AVREBBE MORSO” o “se AVREI POTUTO”).
Spero che
alcuni siano solo errori di battitura o
sviste - anche se devo ammettere che molti di essi mi hanno fatto venire i
brividi: AL QUANTO, E PURE, A FINCHÉ, MI SOTTRAI (invece di mi sottrassi), LUCRUBE (utilizzato ben due
volte e scritto, penso, al posto di lugubre), QUAL’È, FINO AD ALL’ORA,
DISTORCERE LO SGUARDO, A L’AUTO, SCOLARE LA MONTAGNA, L’ARIA DI PARCHEGGIO, THE AND.
Ora, secondo
me non c’è stata nemmeno una piccola
revisione del libro, perché altrimenti almeno gli errori di consecutio temporum, quelli di
distrazione o le ripetizioni sarebbero stati facilmente individuati. Mi
dispiace davvero tantissimo, ma a The
Vampire Prophecy non posso dare più di un boccolo.
Boccolo in su: l’idea della Salvatrice
poteva essere originale
Boccolo in giù: leggete la recensione
Post Scriptum: a un'ora dalla pubblicazione di questo post, l'autrice ci ha avvisate che il testo è stato revisionato. Purtroppo, però, la versione che ci è stata mandata conteneva ancora tutti gli errori e, quindi, non possiamo cambiare la recensione.
Nessun commento :
Posta un commento